Il violino di Stefano Scarampella

Giannetto, con gli occhi spalancati e il fiato trattenuto, guardava il pacco che il babbo aveva collocato e stava aprendo sul tavolo. Che ci sarà? Un pulcinella? Un automobile da giocare? Un panettone? Niente di tutto questo! Attenti...! Uno due tre... Un violino! Guarda com'è bello! Qual vernice lucente! Che forma elegante! Ti piace? Mi piace, ma non so suonarlo! Lo suonerai quando sarai più grande. Intanto ricordati bene che qua dentro, in questo violino, c'è l'anima di Scarampella! He? Sicuro! Scarampella mette l'anima sua in ogni violino che fabbrica come ce la metteva il liutaio di Cremona. Scarampella è di Cremona? No. Stefano Scarampella è nato a Santo Alessandro in provincia di Brescia ed è l'ultimo della scuola dei liutai Bresciani resa celebre da Gasparo da Salò. Egli è nato nel 1843 e dal 1884 abita a Mantova in via Enrico Tazzoli dove ha il suo laboratorio; Se tu vedessi il suo laboratorio, diventeresti matto dalla gioia! E' il vero ambiente delle favole e Scarampella pare l'uomo di una vecchia storia fantastica. Immaginati un cortiletto che pare quello del Rigoletto che hai visto dietro il Duomo. Poi una scaletta buia, contorta, dai gradini slabbrati che mette in un cucinone nero, tutto tappezzato di strumenti, collezioni botaniche, vecchi quadri, utensili da falegname, giocattoli, pistole, reti da pesca, falsi, vivi, morti, imbalsamati, libri vecchi, cocci antichi, insomma un arsenale di diavolerie. Perché Stefano Scarampella sa fare e fa tutto. Si cuce gli abiti, si fa le scarpe, i cappelli, gli stuzzicadenti, i fiammiferi, le reti, i bottoni. Ha mani miracolose. Vorrei vederlo. Lo vedi qui in questa fotografia tratta dal vero dal signor Nullo Madella. Scarampella è un uomo originale, come tutti i grandi artisti. E cosa fa di originale il signor Stefano? E' capacissimo di starsene sul lago di Mantova tre giorni di seguito a pescare. Si mette in spalla una padella, una boccetta di olio, una pagnotta in tasca e via. Pesca, frigge e mangia e non torna a casa se non quando ha pescato, fritto e mangiato abbastanza. Se invece fabbricasse violini!... Ohibò! Egli si mette al lavoro soltanto quando non ha più un soldo. Egli dice che il denaro deve servire gli uomini, non gli uomini devono servire il denaro. Ne guadagna quando non può farne a meno. E' poi capace di perdere un giorno a farsi una scatola di zolfanelli per risparmiare cinque centesimi, mentre potrebbe guadagnare duecento lire facendo un violino. Il bello si è che i violini non li fa se non alle persone che gli sono simpatiche. Se l'avventore non gli piace, va...a pigliar pesci! Di politica non si occupa perché, dice, gli fa indigestione. Mangia molti legumi quando sono a buon prezzo, beve acqua e preferisce carne di cavallo. In quanto al lusso dice che l'uomo se lo è creato per impazzire, e lui vuol vivere saggio da vero filosofo. Ma quando ha nelle mani i suoi arnesi di liutaio, devi vedere come lo strumento nasce, vive, palpita sotto le sue dita diventando uno di quei capolavori d'arte che resero celebri gli “Stradivario”e gli “Amati”. Io ho voluto ricordarti Stefano Scarampella, non solo perché tu sappia chi è il violino che un giorno suonerai, ma perché quel grande, buono, originale artista è degli ultimissimi rimasti di una scuola già celebre in Italia. Mi porterai a vederlo? Sicuro! E ne sarà lietissimo, perché ama i fanciulli. Allora gli domanderò... Un altro violino? No. Di portarmi con lui... a friggere il pesce sul lago.
dal giornale "Gazzetta di Mantova", 15 Febbraio 1913.


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